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L'AGRICOLTURA ALLA CORTE DEI SOLITI ...

Se vi è una categoria in crisi profonda, vera, amara, qualla è l'agricoltura. Un fatto ciclico, dirà qualcuno. Un'emergenza periodica ... Un solito lamento.... Ma in molti invece percepiscono che questa volta il dramma è drammaticamente concreto e che i soliti rappresentanti di categoria pur alzando la voce o promuovendo qualche manifestazione non riescono a comprendere fino in fondo. Ed allora occorre chiedersi il perchè?

Ed i perchè si ritrovano tutti, proprio tutti in quella storia non troppo remota, anche del recente passato in cui le imprese hanno subito le ingiurie più grandi. Non le elencherò per non tediare il lettore, certo è, che un giorno mi piacerebbe di fronte ad una telecamera avere degli interlocutori che evocano principi ispirati e che hanno lastricato le carrareggie che conducono alle cascine e alle masserie di amaro sudore.

Mi preme qui evidenziare un solo principio, "Chi non è libero da condizionamenti di finanziamenti che derivano da scelte dello Stato e che vincolano gli iscritti, non possono essere liberi di esprimere proposte serie".

Uscire dalla crisi sarà possibile che si ricomincia a liberare l'agrficoltura da troppe e vincolanti pastoie, da troppa burocrazia, da troppi obblighi d'appartenenza.

Affermazioni troppo forti? Forse, però, c'è da chiedersi perchè le imprese di tutti i comparti produttivi si iscrivono alle categorie datoriali per non più del 30 % e, invece, miracolo dell'assoluto, alle categorie agricole si iscrivono il 103% delle imprese, Come dire: "meglio avere due tessere che una". 

Pensiamoci e guardiamo che fine fanno tutti i nostri illuminati presidenti di categoria ... in quei luoghi troveremo molte risposte alle troppe domande che rimangono quotidianmente inevase.

 

 
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